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FAMAGOSTA (GAZIMAGUSA)

FAMAGOSTA

Di tutte le fortificazioni che si possono vedere sulle rive del Mediterraneo, quelle di Famagosta sono tra le più importanti. La città infatti è sempre stata una pietra miliare sulla rotta che dall'Europa porta al Medio Oriente. Ebbe il suo massimo splendore sotto il regno dei Lusignano, quando le diverse etnie del Medio Oriente vi presero stabile dimora e con la loro cultura e le loro possibilità finanziarie diedero un nuovo impulso alla città e ai suoi abitanti. Da visitare con attenzione la torre di Otello, dove spesso vengono rappresentate le opere di Shakespeare, la moschea di Lala Mustafa Pasha ed il palazzo veneziano. Nell'interno della città vecchia , vi sono suggestivi negozietti, dove è possibile acquistare oro di gradevole fattura, pistacchi e bere il famoso "raky", bevanda mediterranea a base di anice ed assaggiare dolci stupendi.

Il più raffinato ed esuriente esempio di un luogo cintato o una fortificazione che dobbiamo agli ingegneri del Rinascimento. (Camille ENLART 1899)

Il Regno dei Lusignani e l’occupazione genovese

Nel periodo medioevale del regno di Cipro, Famagusta indubbiamente era il centro del commercio e dello sviluppo. Da quanto si sa dai viaggiatori dell’epoca, fin dal 1211, le difese erano inconsistenti e inadequate e sembra che le fortificazioni furono fatte per volere di Enrico II, che deve aver fatto costruire il castello e la torre del cantiere navale prima del 1310. Più tardi, il fratello di Enrico, Amauri, che usurpò il potere, completò le fortificazioni in fretta e furia ad un costo molto elevato, temendo l’attacco di una flotta dall’ovest. Egli fece costruire una muraglia tra il castello e la torre del cantiere navale, fece pulire il fossato che circondava le mura, e distrusse le terrazze con i passaggi di legno che sporgevano davanti alle case, e che avrebbero impedito il passaggio alla cavalleria. Le informazioni su i lavori di difesa sotto i due re vengono dalle cronache del periodo, in particolare da quelle di Boustronios e Machaeras, che descrivono la città, il castello, le porte (porta Cava, Porta del Mare, quest’ultima oggi meglio nota come torre di Otello) e le mura. Boustronios relaziona che uomini da tutte le parti di Cipro erano arruolati per i lavori di fortificazione di Famagusta. La conquista di Famagusta da parte dei genovesi nel 1373 diede a Re Pietro II il motivo per rafforzare le mura del cantiere navale e costruire mantelleti e spalti sulle mura e altri forticamenti di cui la città aveva bisogno per poter resistere ad attacchi, specialmente nel caso in cui la fotta genovese fosse arrivata. Quando i Genovesi presero la città, le mura erano fatte da torri, scaloni, a piccole torri sporgenti. Nelle cronache di Machaeras, la torre Arsenale è descritta come “una torre circolare transinale”. Sappiamo inoltre che le mura erano basse e per questa ragione fu ordinato di “rialzare le mura che erano troppo basse e portare il mare attorno alla città in modo che divenisse un’isoletta”. Le mura di Famagusta furono ripetutamente colpite durante i successivi attacchi da parte dei genovesi e dalla flotta egizia nel 1425. La città ritornò a Giovanni II nel 1464 prima di entrare a far parte della giurisdizione Veneziana nel 1489.

L’occupazione veneziana

Famagusta era la principale roccaforte dei Veneziani a Cipro ed era qui che i maggiori lavori di fortificazione difensiva erano concentrati. A seguito del grande terremoto del 1491 alcuni lavori furono eseguiti per migliorare il fronte del porto. Le torri medievali che protggevano il porto furono rimpiazzate nel 1492 da Nicolao Foscarini, e nel 1496 Nicolao Priuli restauro la Porta del Mare. Alcuni lavori specifici furono eseguiti anche sul Bastione Moratto nel 1496 per poter respingere un possibile attacco di artiglieria. Una scritta sulla porta del cantiere navale fa sapere che già nel 1520 parti delle mura ad est erano state ricostruite. I vari Capitani della città, consci del pericolo di un’invasione da parte dei turchi, chiesero alla Serenissima di stanziare fondi per la costruzione di unsistema difensivo moderno. Di fatto 10% delle entrate del tesoro cipriota fu stanziato per la costruzione delle mura (art. 23 del rapporto del Capitani di Cipro Baltassar Trevisan (1489) e Giovanni Contarini (1538). L’articolo stipula quanto segue: “La decisione da parte di Francesco Friuli, Capitano generale del Mare, che il 10% delle entrate deve essere devoluto alle fortificazioni di Famagusta rimarrà tale e questo in nesun modo interferirà con la somma di 3.000 ducati dovuta al Consiglio dei dieci e altre somme dovute alla Regina”.

Il processo di costruzione e susseguenti aggiunte fatte alle mura di Famagusta sono descritte nei diari di Sanudo (fino al 1533) e nei rapporti dell’architetto militare Ascagno Savorgnano. Secondo molti rapporti, già fin dal 1491, gli abitanti di Famagusta erano alla ricerca di costruttori specializzati e manovali per i lavori del fossato e altri lavori di costuzione. La data 1492 è incisa sulla targa di marmo del Leone di San Marco sulla Torre della Porta del Mare conosciuta oggi anche sotto il nome della Torre di Otello. L’allora Capitano di Famagusta, Nicolao Foscarini, iniziò la ristrutturazione delle mura Gottiche, che doveva diventare come scrisse il francese Camille Enlart: L’opera più fine e completa di un’esempio di un luogo cintato che dobbiamo agli ingegneri del Rinascimento..”. Nel 1489, il Capitano di Famagusta Bartolomeo Minio scrisse che la città aveva solo 286 soldati, lontana solo 60 miglia dalla Turchia e che sarebbe stato molto facile ai turchi di sbarcare, nel mentre si lamentava che i 300 ducati mensili che erano spesi per le fortificazioni era inadequati. Nel 1500, il Capitano di Famagusta Troilo Malipiero si lamentò della mancanza di uomini e suggeri che due galee illuminate stazionassero nel porto per proteggere l’isola da raids portati dai turchi, e che i loro equipaggi desero una mano nel lavori di rafforzamento. Le lamentele sulla mancanza di uomini e soldati erano continue e sforzi erano fatti per superare queste difficoltà con la Serenissima che mandava sia fondi che forze armate. Il miglioramento delle capacità difensive di Famagusta era una costante priorità per i Veneziani. Il 17 Maggio 1504, in un rapporto al Consiglio dei dieci, il Capitano di Cipro fece presente le cattive condizioni delle mura di Famagusta sottolineando la necessità di iniziare dei lavori di rafforzamento per ragioni di sicurazza. Nella sua risposta data 10 Settembre 1504, il Consiglio dei dieci accettò la proposta del Capitano di Famagusta di costruire un muro sul lato terra, to scavare un fossato e di abbassare il livello delle acque del porto. Nel 1510, la difesa di Famagusta era ancora inadeguata. Il Governatore Lorenzo Zustignan fece presente che almeno 5000 uomini erano necessari per la difesa della città, ma che solo 500 uomini erano di servizio. Il 20 Aprile, il Governatore informò il Doge che una flotta turca si stava ammassando nelle acque cipriote, intenti ad agire contro il Sultano dei Mammalucchi. “Il Governo d Cipro è convinto che, per ragioni di sicurezza, le fortificazioni di Famagusta e Kyrenia debbano essere rinforzate.

Per il momento ci stiamo concentrando per restaurare nel miglior modo possibile la cinta di Famagusta. Per questa ragione, 400 francomatti lavorano giorno e notte e negli ultimi otto mesi abbiamo speso 2.500 ducati. Ma esendo il periodo dei raccolti ci è impossibile continuare ad impiegare questo numero di persone per restaurare le mura.” L’anno 1517 sotto tutti gli aspetti era ancora un’anno critico in quanto alla fine di Gennaio, Selim I conquistò il Cairo e, nell’Aprile dello stesso anno, fu riconosciuto come Sovrano d’Egitto. Il Capitano di Cipro scriveva che non poteva proteggere Cipro senza forze armate,artiglieria, munizioni e fortificazioni. Tra il 1491 e il 1528 restauri furono fatti alle mura e il fossato scavato. Nell’insieme, in quelli anni, 178.092 ducati furono spesi in contanti e materiali per le difese di Famagusta. In quel periodo, secondo Vasari, Michele Sanmichele, il famoso ingegnere Italiano esperto in fortificazioni visitò l’Isola. Stranamente non fece nessun commento sulla descrizione delle difese di Cipro. A seguito della breve visita di Michele Sanmichele sull’Isola, suo nipote Giovanni Girolamo Sanmichele fu per un breve periodo nominato allo stesso incarico e si pensa che fu lui che costruì il Bastione Martinengo. Altri importanti e rinomati ingegneri architetti furono impiegati nel fortificare Famagusta, come Giacometto da Novello (1520) e Orologi (1536) che sembra che abbiano disegnato diversi piani e sono stati i responsabili del rafforzamento delle mura.

Dal 1548, Giovanni Girolamo Sanmichele considerò che quelli ammodernamenti erano già obsoleti, e dei tentativi per migliorare le mura furono fatti per far fronte ad un possibile attacco da parte dei turchi. La data 1544 fu scolpita sulla mura di Famagusta, e indubbiamento si riferisce al lavoro di Giovanni Girolamo Sanmichele. Negli anni che seguirono, importanti e rinomati architetti e ingegneri militari specializzati furono chiamati a rilevare questo difficile progetto con ordini specifici di costruire un basso bondo a ridosso delle mura esistenti e una serie di batterie, e di rinforzare l’angolo nord ovest costruendo un bastione. Tra questi Ercole Martinengo, Luigi Brugnoli, Agostino Clusone, Sforza Pallavicini, Ascanio e Giulio Savorgnano e Astorre Baglione si fecero carico della ricostruzione delle mura, il cui costo finale fu di 300.000 ducati. Le opere più imponenti e caratteristiche sono quelle dei Bastioni Martinengo e Ravelin. Di fronte alla Porta di terra, uno speciale sistema protettivo fu costruito per la città: il monumentale Bastione Ravelin, a un’altessa di 36 piedi, che più tardi resse tutto il peso dell’assedio. La fortezza del porto, meglio conosciuta cone la torre di Otello, e che era usata come prigione nel periodo Veneziano, era la parte più vecchia della città medievale e aveva un suo fossato separato in modo che potesse isolare la città dal porto. La Porta del Mare è il solo ingresso che i Veneziani ebbero il tempo per decorare. Data dal 1496, e la placca con il Leone di San Marco incastonato fu fatto usando una lastra di marmo presa dalle rovine di Salamina. Una fonte è la descrizione fatta dall’amiraglio, geografo e poeta della flotta Ottomana, il famoso Piri Reis. Nel suo libro On Navigation (1552) egli offre, tra le tante altre una descrizione di Cipro. Specificatamente sul porto di Famagusta, egli scrisse: “Magosa è un magnifico castello che si affaccia ad est. Prima del castello c’è un doppio porto; uno interno e uno esterno. Non c’è più bel sito a Cipro di Magosa”.

Le informazoni piu accurate sulle mura e le sue migliorie si possano trovare nel rapporto di Ascanio Savorgnano che fu finito il 25 Giugno 1562. La circonferenza finale delle mura, che includono anche il muro del mare, erano due miglia. Il porto poteva ospitare 10 galee e con una spesa relativamente piccola avrebbe potuto essere sostanzialmente migliorato. Savorgnano criticava le condizioni delle mura e enfaticamente puntualizzava che le 12 piccole, dilapidate torri erano inadeguate nè per la difesa nè per l’attacco. Egli ansiosamente cercò di trasformare queste fortificazioni in un castello con sei bastioni, e propose di connettere le rocce del lato esterno del porto con la terra. Le spese per una simile estensione avrebbe comportato una spesa di 600.000 ducati ed il tempo necessario per apportare questa migliorie, in 60 anni. Sotto l’insistenza di Savorgnano, questi necessari cambiamenti furono fatti, specialmente ai bastioni, in modo che potessero reggere l’urto dei nuovi metodi di assedio con l’uso dei cannoni. Si dice che il lavoro fu completato dal giovane ingegnere Giovanni Girolamo Sanmichele, che più tardi si ammalò e morì alla giovane età di 45 anni nella insalubre città di Famagusta prima che il suo lavoro fosse portato a termine.

Molti architetti e ingegneri Veneziani, come governatori, fanno riferimento ai lavori per la difesa e danno nomi diversi ai bastioni. Leonardo Dona per esempio fa riferimento alla Torre dell’oca che era utilizzata come faro del porto nel mentre parla a lungo del bastione delle Carmelitane che era in costruzione all’epoca (1556 – 58). Un disegno a mano del piano del porto di Famagusta che data intorno al XVI secolo che si trova nella Marciana Biblioteca di Venezia, da informazioni sulle fortificazioni. L’inchiostro usato è acquarello e, sul verso, porta il titolo: Famagusta completa et la pianta baloardo. Sul dritto è firmato Paulo di Ferrari ingeniero. Il disegno sembra riflettere un’accurato disegno delle difese di Famagusta qualche anno prima della sua caduta.

Secondo i disegni, i bastioni sono i seguenti:

  • 1. La torre del diavolo
  • 2. La torre del diamante
  • 3. La torre mastici
  • 4. La torre del Muzzo (il tronco, probabilmente non finita)
  • 5. La torre del Cavaliere
  • 6. Bastione S. Marco
  • 7. La torre Carmelitana
  • 8. La torre Pasqualigo
  • 9. La torre Priuli
  • 10. La torre Minio
  • 11. Porta di Limisso o Porta di Comerchi
  • 12. La torre Zudecha
  • 13. La torre Andruzzi
  • 14. Il Bastione Martinengo
  • 15. La torre del Campo Santo
  • 16. La torre Arsenale

I bastioni Arsenale e Andruzzi furono costruiti dall’Ingegnere Girolamo Maggi nel 1570 nell’arco di otto mesi.

Karpaz Girne (Kyrenia)